Il jersey non è un tessuto (non ha trama e ordito) ma una maglina, il nome si riferisce alla gran parte dei prodotti della maglieria industriale. Realizzato con macchine per maglieria risulta elastico sia in lunghezza che in larghezza. Può essere fatto con qualsiasi materiale, il più diffuso è in cotone o viscosa.
Il jersey è ideale per polo classiche o per camicie. In questa declinazione sono sempre meno le aziende che riescono a lavorarlo. Il jersey, infatti, richiede degli aghi speciali e delle macchine in grado di non sfilacciare la maglia. Questo è vero soprattutto nella camiceria artigianale. Cordone 1956, come vedete nelle foto, è una delle poche in grado di soddisfare una richiesta su misura, partendo naturalmente dal jersey migliore in circolazione.
Sul finire del secolo scorso il “jersey” era un pesante tessuto di maglia usato dai pescatori dell’sola inglese di Jersey. Era una maglia rasata, semplice, che leggera, morbida e naturalmente elastica, veniva resa adatta a molteplici utilizzi nel campo dell’abbigliamento.
Ritenuto inadatto alla sartoria divenne di moda quando la stilista Coco Chanel lo impiegò per le sue creazioni: nel 1916-17 Mme Chane presentò dei camiciotti e delle giacche da marinaio e da vela, confezionati in tricot, di cotone, color beige, lavorato a macchina. Chanel lanciò così il jersey come tessuto adatto anche all’alta moda. (fonte: wikipedia e altro)
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