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4 passi su un’asola
8 Novembre 2010
Team di Stile
9 Novembre 2010

Una vera camicia!

Pubbblicato da Alfredo de Giglio in 8 Novembre 2010

(C’era venuto in mente di parlare di camicie. Così, dopo il primo post, abbiamo pensato di proporre un articolo risalente ad un anno fa, scritto dalla nostra redazione per un’altra testata. Per la serie, il giornalismo è un po’ come il maiale… Solo che noi lo dichiariamo… Speriamo sia di vostro interesse.)

La camicia è l’ultimo baluardo dell’eleganza classica. Un tempo era il cappotto, sogno di tanti uomini che lo agognavano per tutta una vita (come nel romanzo ottocentesco di Gogol). Chi lo aveva si distingueva immediatamente per classe (sociale e non). Poi la giacca e la cravatta, senza le quali, fino a pochi decenni fa, era impensabile uscire di casa.
Ai nostri giorni, invece, la camicia è diventata addirittura un indumento da dosare nelle occasioni più opportune, quasi un’etichetta di eleganza.

La data di questo declino è da rintracciarsi negli anni ’80, da quando cioè abbiamo iniziato a vedere t-shirt colorate ovunque. Singolare come quello che una volta era considerato un indumento intimo, da nascondere con i vestiti (come era la camicia-tunica fino al ‘700), sia stato sostituito da un altro underwear, quella maglietta nata per i soldati militari della prima guerra mondiale. Comunque, anche per questo capo è in atto una lenta riscoperta indirizzata più sull’aspetto qualitativo che quantitativo.Quindi, materiali di prima scelta, realizzazioni esclusive e artigianali, modelli sobri ed eleganti (senza più collettoni, polsoni, rigoni…). Merito di questo rivincita della camicia è non solo dei canoni estetici che si ribellano al casual a tutti i costi, recuperando quanto si era affermato negli ultimi duecento anni di storia dell’abbigliamento (camicia, giacca, cravatta, etc), ma anche di realtà produttive che continuano a coltivare l’arte della camicia con passione e capacità.

Per parlare compiutamente di questo indumento non bastano poche pagine, tali le fogge e le varianti che la storia ci ha consegnato. Vogliamo quindi dare  alcune indicazioni, consigli perlopiù, su come distinguere un prodotto di qualità da uno meno nobile. Siamo andati a visitare Sabatini, un piccolo laboratorio di Roma, tempio della camicia su misura fatta completamente a mano. Unica concessione, la vecchia macchina da cucire, la sola che può effettuare i piccoli punti che legano il collo al resto della camicia
Completamente vuol dire che tutti i passaggi della lavorazione vengono eseguiti senza aiuto tecnologico, dal taglio fino alle asole. Proprio queste sono la cartina al tornasole per stabilire se la camicia è davvero artigianale oppure no. Intendiamoci, ci sono vari livelli di intervento manuale che rendono via via più prezioso il capo.

Ma solamente le asole cucite a mano rendono una camicia davvero ‘fatta a mano’.
La signora Sabatini le realizza in maniera tradizionale: usa un piccolo scalpello da falegname per incidere il tessuto. Una volta tagliato il piccolo occhiello, lo rifinisce con ago e filo da ricamo, più spesso di quello da cucito usato per il resto della camicia.
Per fare un’asola a mano ci vogliono in media 10 minuti di paziente lavoro. Se si conta che nelle camicie più rifinite si può arrivare anche a 14 bottoni, allora si capisce quanto lavoro comporti e perché la lavorazione di un solo esemplare può arrivare a due/tre giorni. Un’altra caratteristica precipua del ‘realizzato a mano’ sono gli interni dei colli e dei polsini.
Per dar loro spessore e rigidità, si usano delle tele di cotone, che ‘farciscono’ due lembi di tessuto.
Nelle realizzazioni artigianali questi tre elementi sono cuciti alle estremità e libere al centro. In quelle industriali, invece, sono incollati con materiali sintetici. Questo, oltre ad un effetto estetico diverso, non lascia traspirare il collo e i polsi nella maniera più naturale.
L’unicità del ‘su misura’, quindi, sta nella possibilità di personalizzare la camicia secondo i propri gusti o le caratteristiche fisiche, cosicché possa aderire al fisico e assecondare nel modo migliore i nostri gesti quotidiani. A questo piacere si unisce quello di indossare un prodotto frutto dell’esperienza e del lavoro manuale di una persona che si fa interprete di una lunga tradizione.
In seguito alla riscoperta di questo piacere, anche aziende di confezione prevedono linee da personalizzare. Su tutte, la famosa Brooks Brothers, tempio delle botton down, che continua a realizzare camicie robuste, di qualità, simbolo dell’abbigliamento preppy americano. Sul sito www.brooksbrothers.com è possibile ordinare camicie e scegliere il tipo di colletto, di polsini, di larghezza busto, di iniziali, oltre alla taglia e al tessuto. Questo servizio non è definibile un su misura classico, che prevede una personalizzazione totale del capo e un intervento diretto dell’artigiano, ma un ‘su taglia’ o un ‘su ordinazione’. Qui manca il modello in carta, personale del cliente, che costituisce la sua impronta, unica e irripetibile. E non v’è possibilità di totale personalizzazione.
Anche in Italia ci sono molte aziende che si sono dotate di servizi simili, spesso di ottima qualità, ma che non hanno il fascino di una camicia cucita punto dopo punto.
Per quanto riguarda i prezzi (non meno di 140 euro per una totalmente a mano), non sempre quelli relativi a prodotti artigianali sono superiori ai capi industriali disponibili in commercio. Per questo, più per che motivi economici, spesso si opta per una camicia pronta perché è facile da acquistare, offre maggior scelta e può sembrare più affidabile a lungo termine.

Questi sono, per somme linee, gli elementi fondamentali di una camicia
I tessuti principali tra cui scegliere sono sostanzialmente oxford, popeline, flanella (ma ci sono twill, fil a fil, batista, voile, pin point, zephir…). Per un esemplare ci vogliono circa 2,50 metri li stoffa.
Ci sono tre tipologie base di colli: italiano (classico), francese (con angolo tra le due vele di oltre 90°) e botton down.
I polsini possono essere doppi (per i gemelli) classici tondi a 1 bottone, squadrati con due bottoni.
Tali elementi devono quindi armonizzarsi tra di loro, con il fisico di chi indosserà la camicia finale (un collo troppo piccolo su una persona corpulenta non sarebbe armonico) e con gli altri elementi del guardaroba, soprattutto revers delle giacche e cravatta.
L’eleganza, infatti, sta nell’assemblare tutti questi elementi con armonia.

Tutte le foto della state scattate presso la camiceria Sabatini, in Roma. 



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Alfredo de Giglio
Alfredo de Giglio
25 anni di esperienza nella comunicazione, nel giornalismo e nel marketing. È stato capo Ufficio Stampa di multinazionali come Hilton International e Avis Autonoleggio; ha creato e sviluppato progetti di comunicazione per BAT, Manifatture Sigaro Toscano, Corpo Forestale dello Stato e molte altre aziende. In campo giornalistico, è stato Direttore Responsabile di alcuni magazine. Autore di numerosi articoli per testate nazionali su argomenti quali lifestyle, travel, motori, cinema, alta orologeria. Nel 2010 fonda il laboratorio editoriale Stilemaschile per dare a tutti gli uomini eleganti qualcosa da leggere, finalmente...

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