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10 e loden – la storia
3 Settembre 2020
Il Corvo
7 Settembre 2020

10 e loden – la produzione

Pubbblicato da Alfredo de Giglio in 3 Settembre 2020

Dopo aver ripercorso la storia di questo tessuto, vediamo ora le principali fasi di produzione, così come sono raccontate dal museo che abbiamo visitato. Le foto, invece, sono state scattate da noi (e si vede…)

40 giorni è il tempo necessario perché la lana appena tosata diventi loden. Cardare, filare, tessere, tingere, follare, garzare – sono in tutto 50 passaggi diversi. Qui vi abbiamo illustrato i più importanti. Naturalmente di potrebbe produrre il loden anche più in fretta. Ma per rispetto alla lana vengono sempre intercalati degli intervalli, in modo che possa riprendersi!

Dopo la tosatura la lana va pettinata con la cardatura fino a quando tutte le fibre sono disposte parallelamente e diventano una fine lanugine compatta.

In passato la garzatura e la pettinatura venivano effettuate manualmente con cardi vegetali e con un attrezzo chiamato scardasso. Oggi sono le macchine ad eseguire questa operazione un tempo così faticosa. Questo scardasso ha circa 100 anni.

Il fuso, nelle diverse forme, è il primo strumento in uso per filare la lana. Un filo di inizio viene avvolto intorno alla punta di un bastoncino. Il bastoncino porta un contrappeso. Con la punta delle dita di una mano lo si fa girare come una trottola. Mentre il bastoncino gira il filo viene alimentato con peli della lana tirati dal boccolo. Il filo ottenuto dalla lana filata si attorciglia intorno al bastoncino.

Il filatoio ad aletta. La ruota dell’arcolaio con il filatoio ad aletta, scoperta circa 500 anni fa, segnò una nuova tappa del progresso. Questo strumento rendeva contemporaneamente possibile la torsione e l’avvolgimento del filo.

https://www.stilemaschile.it/wp-content/uploads/2020/09/20200826_111117_1.mp4

Per ottenere il tessuto si deve tirare a annodare al telaio ogni singolo filo. Il numero dei nodi (fino a 1500) dipende dalla finezza della stoffa e dalla larghezza della pezza.
E ci vogliono 130 ore per filare circa 1,5 kg di lana.

https://www.stilemaschile.it/wp-content/uploads/2020/09/20200826_111459_1.mp4

Il metodo più semplice di tessitura è di far passare il filo della trama in ogni secondo filo dell’ordito, alternando. Quasi tutti i tipi di loden sono tessuti in questo modo.
Un pedale permette di sollevare una parte dei fili dell’ordito, lasciando uno spazio libero detto “passo”.
Il tessitore passa la navetta con il filo della trama attraverso il passo.
Con un colpo di pedale al battente la trama viene accostata alla stoffa già tessuta.

Con la lana di una pecora tirolese si ottengono 5 metri di stoffa. Il tessitore ci impiega 9 ore per tesserla.

Alchimia dei colori. Per molto tempo il colore del loden era dato unicamente dalla mescolanza di lana bianca, marrone e nera. Poi si passò alla tintura.
Una antica ricetta per la lana blu. Raccogliere 15 litri di urina di bambino e lasciarla riposare coperta per 4 giorni. Sciogliere 110 grammi di sale marino nell’urina e scaldare a 60/70 gradi per 5 ore. Aggiungere 40 grammi di indaco pestato (Rubia tinctorum). Per tre giorni scaldare mattina e sera a 40 gradi. Mettere in ammollo 500 grammi di lana nella soluzione. Si colorerà di giallo verdognolo. Toglierla dopo due ore, sciacquarla con urina e lavare con sapone. Stendere all’aria e asciugare. La lana diventerà blu!

Il loden va maltrattato. La lana deve soffrire per diventare loden. Pigiare e schiacciare. Liscivia e acqua – ecco la mitica ricetta dell’antica tradizione. Infatti il tessuto viene immerso in una soluzione di liscivia con acqua calda a 45 gradi (in passato si usava urina mescolata con tannino e argilla). Acqua, liscivia, e poi pigiare con forza, schiacciare e sbattere per infeltrire i peli della lana. Questa operazione detta follatura può durare fino a un’ora. Alla fine, i peli della lana si intrecciano definitivamente tra loro. La stoffa diventa un panno fitto, impermeabile e resistente.

 

Un ruvido finale. L’ultima tappa per diventare lode. Cardi duri e lame affilate garzano la stoffa per donarle la tipica vellutata lucentezza.
Prima dei cardi pungenti, infatti, graffiano la superficie del panno fino a sollevare una sottile lanugine.
Poi dei coltelli affilati radono i peli della lanugine ad una altezza regolare.
Infine, la stoffa di loden viene pressata e vaporizzata per ore sotto una pesante pressa.

Esistono due tipi di loden. Il loden pettinato si presenta lucido e morbido al tatto ed ha una superficie preparata con un trattamento speciale: i peli della lana sono pettinati tutti nella stessa direzione e fissati con la pressa a vapore. La pioggia non riesce a penetrare e scivola via. Il loden feltro ha invece una superficie infeltrita e ruvida e si presenta rigido al tatto. I peli della lana sono intrecciati tra loro in tutte le direzioni. L’acqua non scivola via facilmente.



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Alfredo de Giglio
Alfredo de Giglio
25 anni di esperienza nella comunicazione, nel giornalismo e nel marketing. È stato capo Ufficio Stampa di multinazionali come Hilton International e Avis Autonoleggio; ha creato e sviluppato progetti di comunicazione per BAT, Manifatture Sigaro Toscano, Corpo Forestale dello Stato e molte altre aziende. In campo giornalistico, è stato Direttore Responsabile di alcuni magazine. Autore di numerosi articoli per testate nazionali su argomenti quali lifestyle, travel, motori, cinema, alta orologeria. Nel 2010 fonda il laboratorio editoriale Stilemaschile per dare a tutti gli uomini eleganti qualcosa da leggere, finalmente...

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