In visita alla mostra sul grande Vittorio De Sica, in corso a Roma all’Ara Pacis, abbiamo notato questo crimine verso un oggetto molto prezioso. Un cappotto appartenuto al grande attore (più che regista, a nostro modesto avviso) viene trattato così senza rispetto alcuno, appeso com’è al primo appendi-abito che è capitato nelle mani dei curatori. Un sostengo completamente contronatura che ne altera le forme, i volumi, i connotati. Guardate voi stessi:
Chissà cosa penseranno i nostri amici di Toscanini Su Misura quando vedranno la foto…
E visto che errare è umano ma perseverare…. il tessuto del cappotto è stato identificato sempre da un curatore per pied de poule quando è evidente che si tratta del cosiddetto cappello da prete…
Cappello da prete: classico disegno della drapperia di lana che ricorda dei minuscoli tricorni, ossia i cappelli che i preti adoperavano nel Settecento. Gli inglesi, che lo usano per giacche sportive, lo chiamano barleycorn (grano d’orzo). Di solito il peso va dai 350 ai 400 grammi al metro.
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