Lo scorso 23 gennaio, l’Intergruppo Parlamentare sulla Conservazione della Sartoria Tradizionale Italiana ha organizzato a Roma un Convegno sull’alta formazione artigianale, durante il quale si sono confrontate alcune realtà virtuose del Made in Italy: “Per una nuova generazione di artigiani: futuri orizzonti legislativi, sociali e sartoriali”.
L’Intergruppo Parlamentare sulla Conservazione della Sartoria Tradizionale Italiana ha come obiettivo primario la promozione dell’alto artigianato nostrano, in un momento cruciale per la cultura e l’economia del nostro Paese.
Uno degli aspetti più importanti per il settore è senz’altro quello della formazione giovanile, per garantire un futuro al Made in Italy,
Nella Sala della Regina della Camera dei Deputati, sono intervenuti come relatori l’On. Domenico Furgiuele (Presidente dell’Intergruppo), Matteo Secoli, Ceo dell’Istituto Secoli, Alessandro Paparelli, chief people officer Brioni, e Mauro Crimi, dell’omonima Sartoria. A moderare il dibattito, Alfredo de Giglio, direttore di Stilemaschile.
Ad aprire i lavori, il saluto istituzionale del Vicepresidente della Camera dei Deputati, l’Onorevole Giorgio Mulè, e l’intervento della Senatrice Alessandra Gallone, consigliere del Ministro dell’Università e della Ricerca.
L’on Domenico Furgiuele, nel suo discorso, ha dichiarato: “È importante rafforzare sempre di più quel link tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione. Concetti inscindibili tra loro che hanno come perfetto interprete il giovane, che impara dai maestri per diventare lui stesso, un domani, il custode della cultura sartoriale italiana. Compito della politica è trasformare le idee in azioni, e quindi dare al mondo dell’alto artigianato italiano non solo il ruolo che merita ma anche un futuro roseo e ricco di opportunità.”
Matteo Secoli ha ribadito come la formazione sia da sempre un problema atavico del mondo artigianale. Dato che il nostro paese è principalmente manufatturiero, servono e serviranno sempre di più persone adeguatamente preparate, ma con le competenze giuste per un prodotto di qualità. In futuro, i sarti saranno persone laureate grazie a percorsi formativi in cui la parte pratica si integrerà a quella gestionale, di comunicazione, di marketing… Questa è la sfida principale rispetto al passato.
Importante anche l’argomento toccato da Alessandro Paparelli: “L’artigianato in Italia è una questione di interesse nazionale. Nei prossimi anni mancheranno 276.000 profili professionali nel comparto dell’Alta Gamma e 75.000 soltanto nel settore moda. E si farà fatica a soddisfare la richiesta se non si fa qualcosa. Serve un sistema integrato in cui impresa, artigianato e istruzione dialoghino e collaborino”.
Mauro Crimi, invece ha posto l’accento sull’importanza delle piccole sartorie: “L’apprendistato in bottega è una fase essenziale della formazione artigianale. Portare le botteghe artigianali nelle scuole e viceversa, con una visione formativa che parta dal territorio per uscire fuori dai confini nazionali”.
In sintesi, per attrarre sempre di più i giovani occorre da una parte una nuova narrazione del mestiere, alla luce della sua evoluzione moderna e della forte domanda anche internazionale di alta sartoria, dall’altra bisogna adeguare la formazione artistica e artigianale al sistema universitario, creando delle vere e proprie Lauree sartoriali.