Chi ci è molto vicino sa che ci sono stati alcuni tentativi di intralciare la nostra opera.
In questo mondo, se uno predica un modo di vivere improntato al recupero della forma, al rispetto di certi valori, ad una visione insieme etica ed estetica della vita si trova assediato.
Poiché il caos per perpetuarsi ha bisogno del disordine, e visto che ogni tipo di regola è vissuta come intralcio alla libertà (ma quale?), ecco che ci ritroviamo in trincea.
Non è sindrome da accerchiamento, ve lo assicuriamo.
E’ pura realtà. Se uno fuma e si veste in giacca e cravatta è un vizioso, dedito a ben altre attività, oscure perlopiù. Paradossale.
Se uno, abbigliato in felpa e jeans tira estintori è da compredere perché frutto di questa società. Non fa una piega.
Quello a cui stiamo assistendo è diretta promanazione, continuazione, di quanto partito fragorosamente nel ’68. Ma ancora questa rivoluzione dei poveri non è conclusa.
Possibile che l’essere umano non abbia capito che si è liberi solamente nelle regole?
Sull’argomento, fondamentale, torneremo sul prossimo numero di Stilemaschile.
Per ora, a collorallario di quanto andiamo dicendo da un anno a questa parte, recuperiamo un articolo apparso sul Corriere della Sera qualche settimana fa. Non ci riguarda direttamente. Anzi sì.
LONDRA – Da 180 anni è – per citare un celebre scritto politico del Sedicesimo secolo – un rifugio dal «mostruoso potere delle donne». Eppure il Garrick Club, prestigioso circolo per soli uomini del quale nell’ arco della storia hanno fatto parte Charles Dickens, William Thackeray, Dante Gabriel Rossetti, Laurence Olivier, T.S. Eliot e Noël Coward, vive oggi un momento delicato. Contro questo bastione dei privilegi differenziati e del maschilismo si è schierata la donna più importante del sistema legale britannico. Si tratta della Baronessa Hale di Richmond, unica giudice della Corte suprema del Regno Unito, che si è detta sconcertata che una grande percentuale dei suoi colleghi non abbia problemi con un’ associazione così poco egualitaria. Un quarto dei giudici del Paese, stando a un recente sondaggio, sono membri del Garrick, assieme a centinaia di attori, artisti, giornalisti e scrittori; 1.300 membri in tutto – la lista d’ attesa è lunghissima – che, per 1.100 sterline l’ anno, hanno accesso a un sontuoso salone da pranzo, diversi eleganti salotti, una notevole collezione d’ arte e una biblioteca che include diverse prime copie di scritti teatrali e letterari. Entrare a far parte di questo circolo d’ élite non è facile, se tra i principi dei fondatori, nel 1831, c’ era quello che fosse «meglio escludere dieci uomini interessanti piuttosto che includerne uno noioso». È proprio il sistema di selezione a urtare la baronessa Brenda Hale. «Sono sconcertata dal fatto che così tanti dei miei colleghi ne facciano parte e che non capiscano quale sia il problema», ha sottolineato. Se oggi dei dodici giudici della Corte suprema solo lei è donna la colpa è anche di circoli come il Garrick, dove viene promossa l’ idea che per fare carriera sia necessario un sistema di conoscenze e avalli personali. «Ci sono troppe barriere sistemiche che impediscono alle donne di raggiungere gli scalini più alti della magistratura», ha precisato, ricordando che la situazione britannica è particolarmente grave se confrontata con la realtà di altri Paesi: negli Stati Uniti 3 dei 9 giudici della Corte suprema sono donne, in Canada 4 su 9, in Australia 3 su 7 e in Israele 7 su 14. «Eppure è da 20 anni che la professione e le scuole di legge ammettono lo stesso numero di donne e uomini. Non possiamo limitarci a credere che un giorno la realtà cambierà e ci sarà più uguaglianza». L’ assenza di donne al vertice è un peccato perché la Corte suprema, come tutto il sistema giudiziario, ha bisogno di donne, ha detto. «Quando si parte da valori diversi si raggiungono decisioni diverse». La baronessa parla con cognizione di causa: diverse volte si è trovata in minoranza. Celebri due casi, il primo sulla validità dei contratti prematrimoniali nel 2010 (quella di Hale fu la sola voce contraria), il secondo sull’ ex ballerina Elaine McDonald, alla quale lo Stato aveva tolto l’ assistenza notturna che le permetteva di utilizzare il bagno, obbligandola de facto a indossare il pannolone anti-incontinenza. Anche qui, Hale si era opposta, sottolineando che alla base del caso c’ era non tanto l’ assistenza, quanto il diritto alla dignità di ogni essere umano. Nonostante l’ opposizione della baronessa, il Garrick con ogni probabilità continuerà indisturbato sulla sua strada. Un voto sull’ ammissione delle donne, nel 1992, aveva stanato la stragrande maggioranza dei membri attirandoli alla sede. Solo 94 si erano espressi a favore. Per via della legge sulle Pari opportunità introdotta dal governo laburista, il circolo oggi ammette le donne se accompagnate. L’ attrice Joanna Lumley si è candidata all’ ammissione a pieno titolo, ma per ora non ha avuto successo.
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