“Indosso certe scarpe da 40, 45 anni e intendo farmi seppellire indossandole… Sono scarpe che costano, ma durano. Hanno bisogno di essere risuolate ma tutto ciò crea lavoro per chi fa certi mestieri. Invece di buttare via tutto, c’è un grande potenziale per un’economia basata sulle riparazioni. Vale per tutto, vale anche per l’abbigliamento. Io indosso ancora vestiti, giacche, che ho comprato nel 1969. Certo bisogna impegnarsi un po’ per mantenere una forma ancora in grado di entrarci, in quei vestiti. Ma ne vale la pena. Perché la cosa più importante è conservare una cultura, e la cultura ci arriva dalle comunità rurali, cresciute nel corso di migliaia di anni, in cui hanno formato i loro costumi, le loro abitudini, le loro tradizioni. La tragedia della nostra epoca è che, gettando via tutte quelle cose, perdiamo il contatto con la nostra identità più autentica. Il contatto con la natura”.