Quando, nel 2012, trovammo un taglio di tweed blockcheck in una vecchia sartoria romana inattiva da alcuni anni, davanti ai nostri occhi si visualizzò la giacca che Rubinacci produsse nel 1975 (la prima in alto a sinistra). Così lo acquistammo immediatamente e per qualche mese andò ad arricchire la collezione di tessuti vintage che il Club di Stilemaschile mette a disposizione degli abbonati e dei soci.
Ma pochi mesi dopo non resistemmo all’idea di darlo ad un Maestro sarto napoletano per realizzare una giacca.
Prima di passare al risultato del capo pronto e consegnato un anno fa, approfondiamo bene la natura del tessuto, prendendo in prestito (così come il collage riportato in alto) il racconto che Giancarlo Maresca fa sul sito dell’Ordine Cavalleresco delle Nove Porte, la Bibbia per quanto riguarda l’abbigliamento classico maschile:
“E’ un District Check e come tale ha un nome: Wivys. In pratica è un gun club formato gigante, che nel gergo tessile scozzese prende il nome di “blockcheck”. Si tratta però di un tessuto speciale, in quanto contiene un trucco non difficile a vedersi ed efficacissimo. Un gun club “normale” – e così un block check – ha un numero pari di fili in ordito e in trama, alternati con la sequenza chiaro-scuro-chiaro-medio e poi di nuovo. Si ottengono così dei quadri perfetti, formati dall’incrociarsi di tre riquadrature differenti. Su queste dimensioni, il quadro perfetto genera però una sensazione di staticità. Se ne ha un esempio guardando il campione del libro di Harrison’s da cui ho tratto la pagina che definisce il Blockcheck, anche se quello illustrato ha due sole tinte e il nostro tre, sicché sarebbe definibile come un gunclub a blockcheck. Questa quadratura così ferma è buona, anzi ottima, per una coperta, ma negativa per una giacca. Lo sconosciuto, geniale disegnatore (conosciamo che la tenuta di Wyvis è dei Visconti Mountgarret, ma non si conosce l’autore del loro check) ha allora inserito un filo in più nei blocchi orizzontali, in modo da snellire i quadri allungandoli nel senso dell’altezza. Un solo filo, altrimenti ci sarebbe un numero diverso di righe nella composizione dei blocchi, che invece sono sempre composti da otto diagonali. Come si vede dall’ingrandimento che ho effettuato sull’eccellente foto del libro, la diagonale bianca costituita da trame arriva fino a sedici elementi, quella in catena arriva a quindici. La verticalizzazione è evidente, specie se confrontiamo il quadro a colori con quello in bianco e nero a sinistra. Entrare nella struttura della materia, individuare le astuzie tecniche, immaginare i problemi ed i progressi su questi disegni semplici come sono semplici le piramidi, ma che sono la base estetica di tutto il mondo maschile tradizionale, è fondamentale per passare dall’ammirazione alla comprensione, dal gusto alla conoscenza. Un tessuto come questo richiede grossi filati cardati.”
PS – Nella foto in alto a destra, il gentiluomo Lorenzo De Negri, che indossa un esemplare cucitogli nei primissimi anni ’80 da Sebastiano Bonello, Maestro veneto.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.