E’ il trionfo della nuova ideologia italiana: il luogo-comunismo
Alla famosa battuta di Woody Allen: “Gli intellettuali sono come la mafia. Si uccidono tra di loro. Andrebbe aggiunto: si premiano tra di loro, si pubblicano tra di loro, si (s)troncano tra di loro, si mangiano tra di loro, si protestano tra di loro…”
Il mondo culturale nostrano (come un prosciutto) è davvero povero e autoreferenziale. È speculare al mondo della politica italiana o del cinema italiano, in cui ci si sputa in faccia in diretta ma poi si va a cena fuori insieme. Non avendo altro mercato che il nostro piccolo paese, per vivacchiare si sono affiliati in cosche, tanto per rimanere in tema, che si auto conservano e perpetuano.
Normale, quindi, che in tale palude le idee ristagnino e si consolidi un apparato gergale, un codice, di riferimento. Se si acquisisce sei dentro, se no fuori. È il luogo-comunismo.
Un po’ come nelle rubrichette dei giornali femminili (e dei maschili diventati femminili), in e out, su e giù, si promuovono autori e se ne bocciano altri, sempre con sicumera e sempre con estrema superficiale conoscenza dell’oggetto discusso.
Il risultato di questa cancrena della cultura italiana è sotto gli occhi di tutti: c’è chi piange per avere i sussidi dello stato, chi trucca i concorsi, chi è figlio di tale, chi è figlia di tizio. Un po’ come la redazione di alcuni telegiornali, con le quali a pensar male non sbagli mai.
“Manuale della cultura italiana.
Cose da dire, da fare e da pensare per ben figurare nei salotti letterari”
di Luigi Mascheroni
Excelsior 1881, pagg. 180, euro 14,50
Per chi vuole sopravvivere nell’ambiente culturale italiano, che ne faccia già parte o aneli ad entrarci, consigliamo questo libro. Non male, acuto e quasi mai banale a sua volta. Anzi.
Dalla A alla Z, l’autore mette in fila tutte le ovvietà, quindi luoghi-comuni, in cui ci si rifugia per far bella figura, mascherare la propria inconsistenza, ottenere quella benevolenza necessaria a non farsi espellere dal gruppetto dei soliti noti. Leggendolo, ci si rende conto dell’aridità culturale in cui siamo sprofondati, in cui tutti parlano, peggio pensano, come i concorrenti di un reality show.
Esempi (e ammirate in fondo un fantastico video del 1963 e non dite che nulla cambia).
FORMA
Voi ovviamente preferite il contenuto.
GIORNALI
“Non hanno futuro, tra 10 anni saranno soppiantati da Internet”. Sono 10 anni che i giornali lo scrivono.
NARRATIVA ITALIANA
È morta.
OCCIDENTE
Sconsolati, ma decisi: “Vive una drammatica crisi di cultura e identità.”
ONESTA’ INTELLETTUALE
Riempitevi la bocca.
SATIRA
Quella vera è solo di sinistra.
VERONESI, SANDRO
“Cosa c’entra adesso l’oncologo?”
VIRGOLE
C’è chi le mette a caso.
VIRGOLETTE
Per non sbagliarsi, metterne moltissime.
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