Secondo Konrad Lorenz.
Konrad Lorenz? Su Stilemaschile? Lorenz l’etologo, l’autore de L’anello di Re Salomone, quello che nelle foto lo seguono le papere? Già, proprio lui. Oggi vi dimostriamo come una retorica ben costruita, fondata su un ambientalismo vago, un buonismo da quattro soldi e la rimozione di molte affermazioni scomode possa riuscire a neutralizzare anche il pensiero di uno dei più caustici e convincenti critici della società del Novecento.
Lorenz, a differenza dei suoi colleghi, non era soltanto un etologo. La sua attività primaria era senz’altro quella di studiare il comportamento animale, studi che gli valsero nel 1973 il Nobel per la Medicina insieme a Nikolaas Tinbergen e Karl Von Frisch, e per essi è giustamente ricordato dal grande pubblico. Ma esiste un Lorenz nascosto, un Lorenz filosofo e pensatore che non rivolge la sua attenzione soltanto al mondo degli animali, ma che cerca di integrare alle sue osservazioni scientifiche una riflessione sull’uomo, ivi comprese la sua vita sociale e spirituale. Ne Gli otto peccati capitali della nostra civiltà, pubblicato nel 1973, Lorenz espone in maniera sistematica e argomentata le sue tesi a riguardo. In origine sarebbe dovuto essere un’introduzione al volume, ben più esteso, L’altra faccia dello specchio, poi pubblicato nello stesso anno; ma dopo che ebbe letto il testo alla radio, e ricevuti grandi apprezzamenti da parte degli ascoltatori, Lorenz preferì farne un’opera a parte. Crediamo che tali apprezzamenti possano essere motivati ancora oggi. Lorenz coniuga nella sua persona la precisione dello scienziato, l’acutezza del filosofo e, soprattutto, la chiarezza del divulgatore: aggiungere parole alle sue ci è apparso veramente superfluo. Vi proponiamo perciò il capitolo conclusivo del libro in cui in poche, lucide parole l’autore riassume le proprie tesi esposte nel resto dell’opera: ci auguriamo che valga come un invito di cuore a leggerla, per intero, in prima persona.
Da Konrad Lorenz, Gli otto peccati capitali della nostra civiltà, Adelphi, Milano 2010, pp. 139-142:
«Sono stati analizzati otto processi distinti, anche se tra loro collegati da un rapporto di causa-effetto, i quali minacciano di annientare non soltanto la nostra attuale civiltà, ma addirittura l’umanità in quanto specie.
Tali processi sono:
La progressiva “disumanizzazione”, legata ai fenomeni discussi dal primo al settimo capitolo, è favorita dalla dottrina pseudo-democratica, la quale afferma che il comportamento sociale e morale dell’uomo non è determinato dall’organizzazione del suo sistema nervoso e dei suoi organi di senso quale si è evoluta nel corso della filogenesi, ma esclusivamente dal “condizionamento” cui l’uomo viene sottoposto dal proprio ambiente culturale nel corso dell’ontogenesi».
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